
Si tratta dell’inventario in forma di elenco topografico, predisposto per ordine di scaffale e compilato dall’accademico Giovan Battista Compagni (1660-1722), di 136 opere manoscritte e a stampa (con l’indicazione del titolo, dell’autore, raramente dell’anno di edizione) collocate in Accademia. Fra queste 136 opere sono presenti 12 manoscritti della Commedia dantesca. Nell’immagine qui presentata, accanto ai titoli di altri testi, notiamo:
Dante in cartapecora manos[critt]o con il Comento di Francesco da Buti […]
Comento sopra Dante Manos[critt]o Dante Manos[critt]o
Dante Manos[critt]o con note in margine
Purgatorio e Paradiso di Dante Manos[critt]o Dante Manos[critt]o in cartapecora
Si può ipotizzare che i manoscritti danteschi, ai quali risultano esserne stati aggiunti altri in un documento del 1747, siano rimasti in Accademia fino al 1783, quando i documenti e i libri della Crusca confluirono nella Magliabechiana, a causa dell’accorpamento della stessa Crusca con l’Accademia Fiorentina e con quella degli Apatisti. A differenza di altri manoscritti e libri, che dopo la seconda metà del XIX sec. cominciarono a rientrare in Accademia, i codici dell’opera dantesca non tornarono più in Crusca, come testimoniano gli inventari dell’Ottocento e del Novecento, dove non c’è traccia di questi manoscritti.